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La Via Francigena, la pagina del pellegrino

Cos’è

Il Comune di Fosdinovo è uno dei soci membri dell’Associazione Europea delle Vie Francigene (European Association of Vie Francigene). Il suo territorio è attraversato, da Sarzana a Luni, passando per il borgo di Caniparola e la Villa Malaspina, da un tratto del Percorso di Sigerico che è il tracciato ufficiale della Regione Toscana per i pellegrini che percorrono a piedi la strada.

Tuttavia, per chi percorre la strada in automobile e in bicicletta, il percorso ufficiale è diverso e attraversa il territorio comunale venendo da Aulla e Pallerone (SS63) passando per Ponzanello (Google Maps) e Fosdinovo e proseguendo fino a Caniparola, ove incontra, di nuovo, il tracciato pedonale.

Dunque Fosdinovo ed il suo territorio sono attraversati, in lungo e in largo, dalla Via francigena, su cui sono stati attivati una’Area di Sosta, un Punto Info (presso il Centro Servizi per il Turismo e l’Ostello di S. Remigio.

Credenziali del Pellegrino

Presso il Centro Servizi per il Turismo, alla Torre, si può avere la timbratura delle Credenziali del Pellegrino (il Timbro è quello del Comune di Fosdinovo).

Ospitalità

L’ospitalità può essere fornita all’Ostello di S. Remigio oppure in B&B presenti nel Borgo storico.


Numeri Utili

  • Centro Servizi per il Turismo – tel. 0187 1856189 – cell. 329 0139469 – e-mail infofosdinovo@gmail.com
  • Stazione Carabinieri – 0187 68883 – 112
  • Vigili Urbani – 0187 408262
  • Vigili del Fuoco – 115
  • Protezione Civile – 800 450 407
  • Emergenza Medica – 118
  • Pubblica Assistenza Ambulanza – 0187 670079
  • Farmacia – 0187 68977
  • CTT Autobus di Linea – 800 570530
  • Ostello di S. Remigio, Via Francigena – 3294238327 
  • Comune di Fosdinovo – 0187 6807210

 

Useful Numbers

The visitor will find tourist informations and general utilities (Police, Hospital, Bank, Post office, etc.) looking for institutional Web Site of the City of Fosdinovo www.comune.fosdinovo.ms.it

Here we provide only the main useful numbers.

  • Tourist Office – Booking Office – Tel. 0187 1856189 – Cell. 3290139469 – e-mail: infofosdinovo@gmail.com
  • Police Station (Carabinieri) – 0187 68883 – 112
  • Traffic Police – 0187 408262
  • Fire Brigade  – 115
  • Civil Protection  – 800 450 407
  • Medical Emergency – 118
  • Ambulance  – 0187 670079
  • Chemist’s   -ì 0187 68977
  • Bus – Public Transport  – 800 223 010
  • Via francigena Hostel    – 3294238327
  • Fosdinovo Town Hall     – 0187 6807210

Breve storia della Via Francigena

(dal sito dell’Associazione Europea delle Vie Francigene)

Nell’Alto Medioevo, attorno al VII secolo, i Longobardi contendevano il territorio italiano ai Bizantini. L’esigenza strategica di collegare il Regno di Pavia e i ducati meridionali tramite una via sufficientemente sicura portò alla scelta di un itinerario sino ad allora considerato minore, che valicava l’Appennino in corrispondenza dell’attuale Passo della Cisa, e dopo la Valle del Magra si allontanava dalla costa in direzione di Lucca. Da qui, per non avvicinarsi troppo alle zone in mano bizantina, il percorso proseguiva per la Valle dell’Elsa per arrivare a Siena, e quindi attraverso le valli d ‘Arbia e d’Orcia, raggiungere la Val di Paglia e il territorio laziale, dove il tracciato si immetteva nell’antica Via Cassia che conduceva a Roma. Il percorso, che prese il nome di “Via di Monte Bardone”, dall’antico nome del Passo della Cisa, Mons Langobardorum, non era una vera e propria strada nel senso romano né tanto meno nel senso moderno del termine. Infatti, dopo la caduta dell’ impero, le antiche tratte consolari caddero in disuso, e tranne pochi fortunati casi finirono in rovina, “rupte”, tant’è che risale a quell’epoca l’uso della parola “rotta”per definire la direzione da prendere.

I selciati romani lasciarono gradualmente il posto a fasci di sentieri, tracce, piste battute dal passaggio dei viandanti, che in genere si allargavano sul territorio per convergere in corrispondenza delle mansioni (centri abitati od ospitali dove si trovava alloggio per la notte), o presso alcuni passaggi obbligati come valichi o guadi. Più che di strade si trattava, quindi, di “aree di strada”, il cui percorso variava per cause naturali (straripamenti, frane), per modifiche dei confini dei territori attraversati e la conseguente richiesta di gabelle, per la presenza di briganti. Il fondo veniva lastricato solo in corrispondenza degli attraversamenti dei centri abitati, mentre nei tratti di collegamento prevaleva la terra battuta.
Appare, quindi, chiaro che la ricostruzione del “vero” tracciato della Via Francigena sarebbe oggi un’impresa impossibile, poiché questo non è mai esistito: ha invece senso ritrovare le principali mansioni e i principali luoghi toccati dai viandanti lungo la Via.
Quando la dominazione Longobarda lasciò il posto a quella dei Franchi, anche la Via di Monte Bardone cambiò il nome in Via Francigena, ovvero “strada originata dalla Francia”, nome quest’ultimo che oltre all’attuale territorio francese comprendeva la Valle del Reno e i Paesi Bassi.
In quel periodo crebbe anche il traffico lungo la Via che si affermò come il principale asse di collegamento tra nord e sud dell’Europa, lungo il quale transitavano mercanti, eserciti, pellegrini.

Il pellegrinaggio nel tempo

Tra la fine del primo millennio e l’inizio del secondo, la pratica del pellegrinaggio assunse un’importanza crescente. I luoghi santi della Cristianità erano Gerusalemme, Santiago de Compostella e Roma, e la Via Francigena rappresentò lo snodo centrale delle grandi vie della fede. Infatti, i pellegrini provenienti dal nord percorrevano la Via per dirigersi a Roma, ed eventualmente proseguire lungo la Via Appia verso i porti pugliesi, dove s’imbarcavano verso la Terrasanta. Viceversa i pellegrini italiani diretti a Santiago la percorrevano verso nord, per arrivare a Luni, dove s’imbarcavano verso i porti francesi, o per proseguire verso il Moncenisio e quindi immettersi sulla Via Tolosana, che conduceva verso la Spagna. Il pellegrinaggio divenne presto un fenomeno di massa, e ciò esaltò il ruolo della Via Francigena che divenne un canale di comunicazione determinante per la realizzazione dell’unità culturale che caratterizzò l’Europa nel Medioevo. 

È soprattutto grazie ai diari di viaggio, e in particolare agli appunti di un illustre pellegrino, Sigerico, che possiamo ricostruire l’antico percorso della Francigena. Nel 990, dopo essere stato ordinato Arcivescovo di Canterbury da Papa Giovanni XV, l’Abate tornò a casa annotando su due pagine manoscritte le 80 mansioni in cui si fermò a pernottare. Il diario di Sigerico viene tuttora considerato la fonte itineraria più autorevole, tanto che spesso si parla di “Via Francigena secondo l’itinerario di Sigerico” per definire la versione più “filologica” del percorso.

A brief history of the via Francigena

In the Dark Ages, around the seventh century, the Lombards vied with the Byzantines for more Italian territory. The strategic need to connect the Kingdom of Pavia with the southern duchies by a secure way led to the choice of a route, previously considered minor, which crossed the Apennines by the Cisa Pass, followed the Magra Valley and then turned away from the coast towards Lucca. From there, avoiding the areas in Byzantine hands, the path continued through the Elsa Valley to Sienna, and then through the valleys d ‘Orcia and Arbia to reach the Val di Paglia and the Lazio region, where the way followed the ancient via Cassia to Rome. The route, which was known as the “Via di Monte Bardone”, from the ancient name of the Cisa Pass -“Mons Langobardorum”, was not a real road in the Roman sense nor in the modern sense. In fact, after the fall of the empire, the ancient consular roads fell into disuse, and except for a few lucky cases ended in ruin, “rupte” giving rise to the word “route” to define the direction to take date.

The Roman paving stones gradually disappeared to be replaced by a network of paths and tracks trodden by passing travellers, who generally widened the area of the route to re-converge at the “mansions”(locations where there was lodging for the night), or at some obligatory points like mountain passes or river crossings. Rather than a single road it was a corridor containing paths whose route was affected by natural causes (floods, landslides), changes to the boundaries of territories with the consequent demand for tolls and through the presence of brigands. The route was paved only in towns while elsewhere the paths were of the prevailing trodden clay.
Therefore, it seems clear that the reconstruction a “real” route of the via Francigena today would be an impossible task, since this has never existed, instead we can rediscover the sense of the principal “mansions” and the main places passed by travellers along the way.

When the Lombard rule gave way to that of the Franks, the “Via di Monte Bardone” changed its name to Via Francigena, or “road from France”, in addition to modern France this included the Rhine Valley and the Netherlands.
In that period traffic along the route grew and it became the main connecting route between northern and southern Europe, carrying merchants, armies and pilgrims.

Pilgrimage through the ages

Towards the end of the first millennium and tat he beginning of the second, pilgrimage gained increasing importance. The holy places of Christianity were Jerusalem, Rome and Santiago de Compostela, and the via Francigena became the central hub of the great ways of faith. In fact, many pilgrims coming along the way from the north to Rome would continue along the via Appia towards the ports of Puglia, where they would embark for the Holy Land. Conversely Italian pilgrims to Santiago followed this road to the north, perhaps to Luni to embark for the French ports, or continue to the Mont Cenis and then take the Via Tolosana to Spain. Pilgrimage soon became a mass phenomenon, increasing the profile of the via Francigena, which became a channel of communication fundamental to achieving the cultural unity that characterized Europe in the Middle Ages.

It is mainly due to travel diaries, and in particular the records of an illustrious pilgrim Sigeric the Serious, that we can reconstruct the ancient route of the via Francigena. In 990, after being ordained Archbishop of Canterbury by Pope John XV, the abbot returned home and on two handwritten pages noted the 80 “mansions” where he rested. The diary of Sigeric is still considered the most authoritative source for  the direction of the route, often it is called “the via Francigena according to Sigeric” to define it as a more “philological” path.

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Ultima modifica: 18 Maggio 2021 alle 12:30
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